Stoccate d’inchiostro: combattimenti, stile ed armi nella letteratura (III)

[Questo articolo prosegue la rubrica dedicata alla narrazione dei combattimenti che abbiamo iniziato qui.]

L’antieroe e il suo patrono

Dai cieli venne un cachinno stridulo.
I cavalli rasparono il suolo con le zampe.
Il cachinno divenne più forte. Gli esseri spalancarono il becco, scambiandosi richiami: ormai era evidente che erano qualcosa di più di cigni giganteschi, perché avevano una lingua allungata e guizzante. E i becchi erano irti di sottili zanne aguzze. Cambiarono leggermente direzione, volando verso i due uomini.
Elric ributtò la testa all’indietro, sguainò la grande spada e la levò verso il cielo. La spada pulsò e gemette, irradiando uno strano fulgore nero e gettando ombre bizzarre sul volto pallidissimo del suo padrone.
Il cavallo shazariano nitrì, impennandosi, e dalla bocca tormentata di Elric cominciò a riversarsi un torrente di parole.
«Arioch! Arioch! Arioch! Signore delle sette tenebre, duca del caos, aiutami! Aiutami, Arioch!»
Il cavallo di Maldiluna era arretrato in preda al panico, e l’ometto faticava a tenerlo a freno. Il suo volto era sbiancato quasi quanto quello di Elric.
«Arioch!»
Lassù, le chimere cominciarono a volteggiare.
«Arioch! Sangue e anime se mi aiuterai!»
Allora, a poche braccia di distanza, una nebbia scura parve sgorgare dal nulla. Era una nebbia ribollente che racchiudeva forme strane, ripugnanti.
«Arioch!»
La nebbia continuò ad addensarsi.
«Arioch! Ti supplico… aiutami!»
Il cavallo raspò l’aria con le zampe anteriori, sbuffando e nitrendo, roteando gli occhi e dilatando le narici. Ma Elric, con le labbra raggricciate sui denti che gli davano l’espressione di un lupo idrofobo, rimase in sella mentre la nebbia scura fremeva e uno strano volto ultraterreno appariva nella parte superiore di quella colonna mutevole. Era un volto dalla bellezza meravigliosa e infinitamente malvagio. Maldiluna girò la testa, incapace di guardarlo.
Una voce soave e sibilante uscì dalla bellissima bocca. La nebbia vorticò languidamente, divenne di uno scarlatto screziato di verde smeraldo.
«Salve, Elric» disse quel volto. «Salve, dilettissimo tra i miei figli.»
«Aiutami, Arioch!»
«Ah» disse il volto, in tono di profondo rammarico. «Ah, non è possibile…»
«Devi aiutarmi!»
Le chimere avevano esitato a scendere, avvistando quella strana nebbia.
«È impossibile, dolcissimo tra i miei schiavi. Altre cose importanti sono in atto nel regno del caos. Cose d’importanza immensa, di cui ti ho già parlato. Posso darti soltanto la mia benedizione.»
«Arioch… ti supplico!»
«Ricorda il tuo giuramento al caos, e resta fedele a noi nonostante tutto. Addio, Elric.»
E la nebbia tenebrosa si dileguò.
E le chimere vennero più vicino.
E Elric fece un respiro squassante, mentre la spada incantata fremeva e gemeva nella sua stretta e la luminosità si attenuava un poco.
Maldiluna sputò per terra. «Un patrono potente, Elric, ma dannatamente incostante.» Poi si gettò dalla sella, mentre un essere sfrecciava verso di lui mutando forma una decina di volte e protendendo gli enormi artigli che stridettero chiudendosi nell’aria dove stava lui fino a un istante prima. Il cavallo, rimasto senza cavaliere, s’impennò di nuovo, sferrando colpi di zoccolo verso la bestia del caos.
Un grugno zannuto scattò.
Un fiotto di sangue zampillò dal collo decapitato del cavallo, e la carcassa scalciò ancora una volta prima di crollare versando altri getti di sangue sull’avida terra.
Stringendo i resti della testa in quello che dapprima era un grugno scaglioso e poi divenne un becco e poi una bocca di squalo, l’oonai si risollevò in volo dibattendosi con violenza.
Maldiluna si rialzò. I suoi occhi non vedevano altro che l’imminenza della fine.
Anche Elric balzò dal cavallo, e ne percosse il fianco: convulsamente, l’animale prese a galoppare verso il fiume. Un’altra chimera l’inseguì.
Questa volta il mostro volante afferrò il corpo dello stallone con gli artigli scaturiti all’improvviso dalle zampe. Il cavallo si divincolò per liberarsi, rischiando di spezzarsi la spina dorsale nella lotta, ma non riuscì nell’intento. La chimera, battendo le ali, salì verso le nubi stringendo la preda.

Illustrazione di Robert Gould

In questo brano, tratto da La torre evanescente, vediamo Elric ed il suo compagno d’avventure, l’umano Maldiluna, alle prese con un gruppo di temibili creature del Caos in grado di mutare forma a loro piacimento, note a Melniboné con il nome di oonai. La spada impugnata da Elric è ovviamente Tempestosa, un’arma molto potente e sempre assetata di anime, in grado di risucchiare le anime di coloro che uccide per trasferire la loro energia a chi la brandisce. Elric è di fisico gracile, ha bisogno di assumere droghe per sostenersi ed è incapace di combattere: Tempestosa è in grado di fornirgli quel vigore fisico che lui non ha e gli consente così di affrontare i suoi avversari; tuttavia essa è senziente ed è legata al Caos e finirà quindi per trascinare il suo portatore su una via piena di sventure. Arioch, Signore delle Sette Tenebre ed uno dei Signori del Caos, è il patrono di Elric, un patrono peculiare ed incostante, come ben si evince dal brano qui riportato.
Elric non conosce incantesimi né altri modi per combattere le oonai, quindi decide subito di ricorrere all’aiuto del suo patrono: pare che ad Elric non piacciano gli scontri difficili. Segue quindi una scena che ha quasi del comico, tra le petulanti invocazioni di Elric e le scostanti risposte di Arioch che, per come è qui descritto, sembra un fanciullo capriccioso che non esita un istante a piantare in asso il suo protetto perché ha altro da fare. È proprio questa scena a rendere interessante e non banale il preludio allo scontro vero e proprio: un eroe in grado di richiamare il suo terribile patrono per fare strage dei nemici che lo attaccano potrebbe essere di forte impatto scenico sul grande schermo ma sarebbe privo di qualunque spessore narrativo. È dunque la volubilità di Arioch ad arricchire la trama e a portarci alla scena successiva, in cui la tensione aumenta. I protagonisti ora sono nei guai, i loro cavalli vengono uccisi dalle creature mutaforma e anche loro rischiano di fare la stessa fine. Tempestosa ha già dato segni di impazienza e lo scontro fisico con le temibili oonai sembra ormai inevitabile per Elric: riusciranno il Melniboneano e Maldiluna a cavarsela? In che modo? Lo vedremo nel prossimo articolo di questa rubrica, con un brano che ci riserverà nuove sorprese ed un esito tutt’altro che scontato.

Illustrazione di James Cawthorn

Alla saga di Elric abbiamo dedicato un apposito articolo: chiunque volesse approfondire l’opera di Michael Moorcock vi troverà anche una puntata del nostro podcast.

Fonti: Elric. La saga, di Michael Moorcock, 2019, Mondadori Editore (Oscar Draghi); l’immagine in copertina è di James Cawthorn.

Pubblicato da La Biblioteca del Gatto Rosso

La Biblioteca del Gatto Rosso è una trasmissione radio su libri, narrativa e cinema: ogni episodio è dedicato ad un autore o ad una singola opera e all'influenza che questa ha avuto nel cinema e nella nostra cultura. A partire dalla seconda stagione ho iniziato anche ad occuparmi di narratologia e tecniche narrative, ovvero di come funzionano le storie, anche dal punto di vista delle neuroscienze. La trasmissione va in onda su RADIO SVOLTA tutti i venerdì alle 18 (https://radiosvolta.it). Gli episodi restano poi disponibili come podcast: https://www.spreaker.com/show/la-biblioteca-del-gatto-rosso

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